Politecnico di Milano – 29 novembre alle ore 11, -Aula B.4.4. edificio 14 “Nave”

Sono oramai molti anni che coniugo il mio lavoro di architetto con quello di Professore presso l’Università “la Sapienza” di Roma e, periodicamente, le mie lezioni sulla “storia dell’architettura “ fuori dall’università sono seguite da molte persone.

Ma questa volta, la mia presenza è stata richiesta dal Politecnico di Milano per una “lectio magistralis”.

Presenziare nella migliore Università italiana di carattere scientifico, secondo la classifiche stilate dal Qs World University Rankings, mi riempie di orgoglio.

Da quella Università sono usciti personaggi del calibro di Giulio Natta, premio Nobel per la chimica nel 1963 e Gio Ponti , famoso architetto riconosciuto come uno degli artefici della rinascita del design italiano del dopoguerra.

Ed è in questo contesto, forse quello più appropriato , in cui parlerò del grande architetto romano Luigi Moretti e del suo ingresso nella mia famiglia negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale.

L’ amicizia con mio nonno, l’architetto Beniamino Starace, risale agli anni trenta e questo ha permesso a mio padre, l’architetto Carlo Zacutti, di conoscerlo e di iniziare a collaborare nello studio di piazza Ss. Apostoli a Roma intorno agli anni sessanta.

Sono gli anni in cui sono nato ed è anche il periodo in cui, proprio in quello studio romano, si progettava “Watergate”, un complesso di edifici che si trova a Washington davanti al fiume Potomac.

Ed è proprio per questo, per aver in qualche modo partecipato a quel progetto, che nel libro “ LUIGI MORETTI – ARCHITETTO DEL NOVECENTO”, un mio scritto rende merito alle capacità di Moretti e alle sue intuizioni geniali nel progettare a Washington.

Al Politecnico voglio ricordare Moretti e il suo modo unico di concepire l’architettura, fatto di unione tra natura e cemento, con una grande attenzione al rapporto col paesaggio anche attraverso i profili curvi degli edifici.

Perché il passato, che ancora fa bella mostra di sé in tante città italiane e del mondo, deve esser fonte di ispirazione per i nostri futuri architetti.